L’impensabile è arrivato. Apriamo gli occhi.
Se qualcuno avesse anche solo ipotizzato questo scenario, sarebbe stato deriso all’istante.
Hai letto troppa fantascienza!
… e l’economia? e il lavoro? la catena di montaggio?
Impossibile fermare tutto. Tu pensa un mondo dove tutti stanno a casa, le fabbriche si fermano, i negozi chiusi. Gli aerei fermi a terra, le navi bloccate in porto. Nessuno che entra o esce dal proprio paese.
Eccoci ci siamo arrivati. È esattamente ciò che è accaduto.
Ormai il virus è nel mondo. Si è insinuato silenziosamente e indisturbato fino a costringere il mondo a fermarsi.
Così l’inaspettato, l’inimmaginabile, l’impensabile e direi anche l’impossibile è arrivato.
Siamo stati costretti a fermarci in un imprecisato stand-by.
Prima era solo un rallentamento, ora sempre più un fermo immagine.
A cosa serve un fermo immagine se non a guardare meglio quello che rimane sull’immagine?
La grande opportunità del fermo immagine è nel tempo dilatato per ripensare le azioni e correggere il tiro.
Nel fermo immagine c’è la possibilità. Perché non c’è stata distruzione, solo rallentamento che permette di cambiare in corsa.
Molti hanno giustamente preso le distanze dal paragone con la guerra. Lì dal nulla bisognava ricostruire anche materialmente. Rendere materiale ciò che non esisteva più. Ora invece abbiamo ancora tutto in mano, si tratta solo di rivedere i modelli e ripensare i processi.
Iniziare cambiamenti in corsa è difficile perché nella fretta a volte è anche difficile vedere, quindi immaginare, i cambiamenti necessari da attuare. Ora invece, in questo tempo sospeso, possiamo molto. Come ha sostenuto David Grossman al termine di questa emergenza molti saranno quelli che non vorranno tornare a lavoro.
Ripartendo da sè, ci si riapre allo stupore.
Il mondo è in stand-by ed è il momento giusto per cambiare.
Apriamo gli occhi perché è l’unica cosa che in questo frangente possiamo (e dobbiamo) veramente fare.