Educare alle emozioni e i viaggi dei bambini

Contenuti nascondi

1 In Nuova Zelanda.

2 È utile viaggiare con i bambini?

3 I bambini ricordano

4 Educare alle emozioni

4.1 Cosa vuol dire educare alle emozioni?

4.2 Quindi il viaggio è un di più?

4.3 Educare alle emozioni vuol dire educare alla meraviglia.

In Nuova Zelanda.

Siamo in viaggio da due mesi e ogni tanto ci penso. Cerco di rispondere alla domanda che mi viene spesso rivolta:

… Serve portare i bambini in viaggio quando sono piccoli?

A dire la verità a questa semplice domanda si associano una serie di altre piccole, ma severe, provocazioni.

… Tanto non ricordano nulla, a che serve portarli in viaggio? Siete degli egoisti, stremare i piccoli con intercontinentali senza fine quando ci si potrebbe accontentare di andare in macchina a un’ora da casa…

Il tema è ricorrente.

È utile viaggiare con i bambini?

Tanti possono essere i motivi per viaggiare con i bambini sin da piccolissimi e spesso l’egoismo è all’ultimo posto. Il fatto è che si pensa sempre ed esclusivamente a un solo tipo di viaggio, quello ludico, quando in realtà ce ne sono molti altri.

Io sono convinta sia utile far viaggiare i bambini e per questo motivo, quando si è presentata l’occasione di scegliere se partire per seguire il papà dall’altra parte del mondo oppure rinunciare, ho scelto la prima opzione senza esitare.

Son certa che le tante esperienze vissute da mio figlio fino a oggi abbiano contribuito, stiano contribuendo, allo sviluppo della sua persona. La conferma più importante però mi arriva da lui.

I bambini ricordano

Oggi mio figlio manifesta con serenità pensieri, emozioni e … ricordi.

Già, ricordi di quando non aveva ancora 3 anni.

Ora che siamo in Nuova Zelanda per la seconda volta i ricordi affiorano perché sono sollecitati dall’essere tornati negli stessi luoghi.

Mi sorprende quando mi chiede di mangiare qualcosa per ricordarne il sapore. Entrando in un negozio mi dice “noi ci siamo già stati qua!”.

È passato un anno e mezzo!

Ricorda luoghi, colori, odori, sapori e atmosfere. Ricorda situazioni, se era una giornata di pioggia o se lui era o meno sul passeggino. Ha conservato dei particolari che sorprendono persino me. Sa dirmi cosa ha mangiato un determinato giorno in un determinato posto.

Se ragiono su questo aspetto, mi rendo conto che i suoi ricordi sono strettamente legati alle emozioni che ha vissuto.

La Pixar ne ha fatto un capolavoro sul tema, InsideOut, un film davvero per tutti.

Educare alle emozioni

Cosa vuol dire educare alle emozioni?

L’adulto è, e deve essere, parte attiva nell’educazione di un bambino. Vuol dire sostenerne lo sviluppo cognitivo, quindi aiutarlo a riconoscere le emozioni, perché attraverso di esse si comprende il mondo che ci circonda e ci espandiamo come esseri umani.

Educare alle emozioni è un lavoro che può essere svolto in ogni luogo e con diversi strumenti. I libri, la scuola, gli amici … ogni cosa funge da strumento educativo e influisce sulle emozioni.

Quindi il viaggio è un di più?

Il viaggio è uno stimolo che accelera e facilita questo processo di riconoscimento.

Il viaggio è una esperienza stra-ordinaria, ossia che esce dall’ordinario.

Si scardina la quotidianità e si compie un percorso alla scoperta di un luogo con compagni speciali.

Il primo beneficio del viaggiare in famiglia è la condivisione.

Si trascorrono insieme 24 ore su 24: insieme si prendono decisioni sul da farsi, si condividono all’istante le emozioni di un incontro come di un tramonto. Si crea un momento di conoscenza reciproca che spesso la quotidianità, scandita da tempi precisi, non offre.

Il viaggio si presenta quindi come opportunità per sperimentare.

Concetti come Gratitudine, Diversità, Tradizioni, Culture diventano, in viaggio, vissuto. I ricordi che nascono dalla condivisione sono potenti e rimangono più impressi di ricordi sviluppati nella routine.

È l’osservazione che genera le domande e le domande, si sa, stimolano la conoscenza attraverso una curiosità viva.

Come genitori dovremmo chiederci “cosa abbiamo messo davanti agli occhi dei nostri figli?”

Educare alle emozioni vuol dire educare alla meraviglia.

Anche il meravigliarsi è un esercizio che va tenuto vivo.

Educare alle emozioni e i viaggi dei bambini

Il viaggio aiuta e sostiene con estrema efficacia questo esercizio.

Mostrare a un bambino una farfalla che si posa su una foglia o i delfini che giocano con la prua di una barca avranno un effetto diverso e certamente benefico, rispetto all’uscire di casa e trovarsi il marciapiede invaso di immondizia.

Sono certa allora che la bellezza vista, depositata e sedimentata lo renderà sensibile al brutto. Saprà distinguere il Bello dal Brutto avendo fatto esperienza del Bello.

(A volte è necessario partire per fare esperienza del Bello! Non c’è bisogno di andare dall’altra parte del mondo, basta allontanarsi dal rumore della città e perdersi nella natura…)

La meraviglia si sviluppa cambiando il punto di vista.

Cambiare un orizzonte è di per sé uno stimolo a spostare lo sguardo da uno spazio a un altro. È uno stimolo visivo, ma è anche un stimolo tattile, olfattivo, uditivo, di gusto. Allenarsi alla meraviglia vuol dire accogliere l’apertura all’altro, da alter, ossia al diverso. Viaggiare amplifica la propria percezione nello spazio e nel tempo, aumentando così autostima e fiducia.

Ciò che ho sperimentato in tanti anni di viaggi è che le possibili controindicazioni – di fuso orario, spostamenti, eventuali imprevisti – sono sempre inferiori rispetto ai benefici di far viaggiare i bambini.

Il viaggio, il famoso Grand Tour, è sempre stato lo strumento di elezione usato dai nobili per educare i figli alla vita, anzi, era considerato un vero e proprio addestramento!

Andrebbe sempre ricordato quindi, al di là della possibilità o meno di viaggiare, l’importanza di educare alle emozioni. Questo conta.

Noi ora siamo in Nuova Zelanda, tra poco continueremo il nostro viaggio di scoperta alle Fiji. Il nostro è un progetto di vita, oltre che un’opportunità. Da mamma ho scelto questa impostazione perché nel viaggio riesco a esprimere meglio la mia capacità di guidare mio figlio al bello. È un lungo diario sul filo delle emozioni. È la mia modalità, che tuttavia nel tempo, mi sta confermando di essere giusta.

Se vuoi leggere di più sulla mia storia, ho raccontato le mie prime esperienze di viaggio con mio figlio di pochi mesi nella sezione viaggiare con i bambini. Se invece sei curioso di leggere della Nuova Zelanda vai a sbirciare qui.