Folco Quilici oggi avrebbe compiuto 88 anni e mi piace ricordarlo nel giorno del suo compleanno. Gli dedico questo ricordo nel mio spazio 7cc9, con un grazie.
Folco Quilici è stato un grande giornalista, scrittore ma soprattutto documentarista naturalista. Amante del mare, ha raccontato il Mediterraneo (e non solo) con l’entusiasmo di un innamorato, e come tutti gli innamorati ha saputo trasferire questo amore ai tanti che lo ascoltavano.
Con i suoi documentari subacquei ha fatto sognare moltissimi ragazzi. La capacità di coinvolgere emotivamente gli spettatori è sempre una qualità che non appartiene a tutti e lui ce l’aveva.
Lo incontrai una prima volta per un’intervista. Lavoravo per un importante programma televisivo della Rai. Dovevamo girare un documentario e lo contattai a nome della redazione per una intervista che avremmo dovuto realizzare in casa sua. Era la prima volta che ci parlavo al telefono e mi colpì subito la rara disponibilità con cui volle confrontarsi. Abituata a un ambiente superficiale e per nulla collaborativo, mi trovai di fronte una persona disponibile e soprattutto gentile.
Spiccava Folco Quilici per la gentilezza. Due cose mi colpirono. L’entusiasmo contagioso con il quale entrava in conversazione e la serenità del sorriso. Era un sorriso gioioso ed era educato, ma di un’educazione antica che ritrovavo in lui ma che avevo visto sparire nella maggior parte dei suoi colleghi. Dopo l’intervista mi richiamò perché la troupe per errore, smontando l’attrezzatura, aveva portato via anche il cavo della sua linea telefonica. Mi chiedeva solo di verificare, con il sorriso sulle labbra e un garbo d’altri tempi.
Mi rimase impresso quell’incontro perché delle tante persone conosciute nel mondo televisivo, lui aveva conservato un’umanità che apriva all’altro. Lo ricordavo sempre con affetto, con il rispetto di un allievo per il suo maestro. A volte non servono ore e ore di lezione in aula per stabilire la relazione allievo-maestro, a volte basta uno scambio fugace, uno sguardo pulito, un’intesa di senso. A volte basta cogliere l’onestà di fondo che guida una persona a fare ciò che fa. Folco Quilici è stato un maestro, aveva qualcosa da dire e con i suoi libri e documentari si è adoperato per onorare al meglio il suo compito.
Lo chiamai anni più tardi per parlargli di un libro e chiedergli di scriverne la prefazione. Era molto impegnato in quei giorni, stava finendo di scrivere il suo e una recente caduta aveva rallentato molte delle sue attività, ma non mi disse di no. Apprezzai moltissimo quella disponibilità data in un momento di evidente sovraccarico.
Folco Quilici è stato un grande maestro. Alla domanda del figlio Brando “quale pensi sia stata la tua qualità più grande?”, Folco rispose “l’immaginazione, la capacità di immaginare”.
Ha ragione lui. Il segreto è lì. Nella capacità di immaginare. Nella visione di una realtà che può essere e deve essere raccontata partendo dalle immagini.
A proposito di immagini, Folco Quilici ha dedicato alle balene il suo ultimo pensiero.
“Bisogna fare una grande battaglia per salvare le balene!”
C’è un progetto a lui dedicato. Per chi volesse contribuire o saperne di più, può leggere qui https://www.seame.it/folco-quilici/