Quante storie legate al cannibalismo.
I diari di bordo di James Cook come i racconti di Melville hanno certamente contribuito ad alimentare fantasie di terrore riguardo la pratica del cannibalismo.
C’è persino una canzone da bambini, “padrone, non mi mettere in pentola…”
Sì, perché il fenomeno del cannibalismo ha riguardato moltissimi altri paesi, dall’Africa al Sud America.
Alle Fiji il consumo di carne umana risale a circa 2500 anni fa e siti archeologici nell’isola principale, Viti Levu, ne testimoniano la pratica.
L’ultimo episodio noto risale al 21 luglio del 1867. Questo fatto si fa coincidere con l’uccisione di un missionario metodista, il Rev. Thomas Baker, recatosi alle Fiji per convertire la popolazione al Cristianesimo. La cosa curiosa è che, si dice, il Rev. Baker, sia stato l’unico uomo bianco (nonché missionario) ad essere finito in pentola.
Oggi ci sono testimonianze dell’evento al Museo delle Fiji a Suva, la capitale. Dentro una teca, appositamente conservati, ci sono: parte della suola della scarpa, la sua Bibbia, il Bilo ossia la coppetta di cocco con cui bevvero la kava dopo la cerimonia e c’è la forchetta a quattro punte, detta anche “forchetta del cannibale”.
Sembra che il motivo del contendere tra il capo villaggio e il Rev. Baker fu piuttosto futile. Si racconta che il Rev. Baker, nel tentativo di convertire il capo villaggio al Cristianesimo, cercò di togliergli una spilla dai capelli … senza sapere che toccare la testa del capo era considerato, alle Fiji, un sacrilegio.
Il Rev. Baker non poteva saperlo, anche perché alle vicine Tonga era stato molto semplice convertire la popolazione. Sarà stato quindi sfortunato?
Il cannibalismo alle Fiji sembra abbia origini tribali e spirituali. Mangiare la carne del nemico sconfitto in battaglia era un modo per affermare il proprio potere, un po’ come lo scalpo degli indiani. Al “perdente” veniva tolto il cervello e solo il capo aveva l’autorità per mangiarlo. Una specie di sfregio, di insulto definitivo.
Come tale, era obbligatorio mangiare la carne umana con specifiche forchette a quattro punte. La carne doveva essere infilzata, questa volta non per sfregio, ma per mantenere le distanze tra perdente e vincitore. Il forchettone era il tramite.
Sembra che le vittime venissero torturate e smembrate mentre erano ancora vive. L’intero processo era legato a un rito che veniva accompagnato da canti e percussioni.
Con l’arrivo dei missionari cristiani, dopo molte resistenze, i figiani cominciarono a cercare Dio, ad adorarlo come Dio cristiano e sempre di più cominciarono a prendere le distanze da questa pratica considerata disumana.
Oggi sono molte le religioni alle Fiji. La maggior parte pratica il metodismo, ma ci sono anche altre realtà, come gli avventisti del settimo giorno, i cattolici, the Salvation Army. Tutti si professano buoni e pacifici e sembrano davvero respingere un passato di feroci soprusi.
A tal proposito c’è una storia curiosa legata proprio al Rev. Baker. Nel 2003 gli abitanti di Nabutautau, vicino Rakiraki a nord di Viti Levu, sentendosi colpevoli per gli atti commessi dai loro antenati, fecero chiamare e convocare alle Fiji i discendenti del Rev. Baker. In 11 arrivarono dall’Australia per partecipare a una solenne cerimonia di scuse. Nel tentativo di riconciliazione, i discendenti ricevettero in regalo diverse mucche, 30 denti di balena, tappeti in tessuto e tante scuse con le quali speravano di liberarsi dal senso di colpa… come avranno fatto a riportare tutto in Australia?
UDRE UDRE è stato il più feroce tra i cannibali. Ancora oggi è possibile visitare la sua tomba vicino Rakiraki, nell’isola di Viti Levu. Mangiò 872 persone, un primato che gli valse la nomina nel Guinness dei Primati. Sulla sua tomba ci sono tanti sassi quante le persone mangiate … arrivare sul sito archeologico può essere un po’ scomodo, ma si può fare organizzandolo in anticipo o magari affittando una macchina a Nadi o Lautoka.
Devo dire che in pochi hanno risposto alle mie domande sul cannibalismo alle Fiji. Eppure il viaggio riserva sempre belle sorprese e mi è capitato di visitare una grotta ancora integra con dentro resti di uomini. Ho dovuto fare molte miglia per raggiungere il posto più lontano e meno conosciuto delle Fiji … ho raccontato questo incontro qui.
Quella del cannibalismo alle Fiji è una storia per me affascinante. Ci sono tanti filoni da seguire quando si vuole conoscere un posto. Libri da leggere o storie da ascoltare. Nel mio caso, la curiosità è nata con James Cook quando all’inizio del nostro viaggio nel Pacifico avevo iniziato a leggere i suoi Diari di Bordo insieme al classico Taipi di Melville. Su Amazon si trovano ancora entrambi, i Diari di Bordo di James Cook in una bella edizione per TEA, e Taipi di H. Melville, ormai solo in E-book.