Parti con me per il giro del mondo in barca a vela?
Quando a fine 2011 urlavo al mondo: tra 6 mesi la mia vita sarà cambiata, non avrei mai immaginato potesse riferirsi a un giro del mondo in barca a vela.
Davvero!
Mi immaginavo con la macchina fotografica e inseparabile stilografica con taccuino (rigorosamente moleskine) alla ricerca di storie da raccontare.
Adoravo i porti quelli sì, l’idea di conquistare un orizzonte ancora sfumato rappresenta da sempre una grande fonte di ispirazione. La barca a vela però non la conoscevo.
Eppure lei, la piccola Papayaga, era lì ad aspettarmi. Strani scherzi del destino.
Papayaga è una piccola alpa 11,50 del 1974. E’ una barca da navigazione, lunga 11,50 metri ma larga solo 3,20 metri. Non ha le comodità e gli spazi delle barche moderne che organizzano di solito i charter, ma naviga benissimo. E’ nata per solcare i mari.
L’ho conosciuta a Panama. Mi è sembrato di conoscere una persona. Quando sono salita a bordo, si trovava già alle San Blas da tre anni. Era partita da Anzio nel 2005 e aveva già percorso molte miglia, sempre lentamente in equilibrio con la vita di tutti i giorni. Sembrava (quasi) pronta per rimettersi in viaggio, verso ovest. Oltrepassare il Canale di Panama e raggiungere l’oceano Pacifico.
2013
giro del mondo in barca a vela: PANAMA/SAN BLAS
Le San Blas rappresentano la mia prima vera esperienza in barca.
Ho tutto da imparare. Ma proprio tutto!
Le San Blas sono costituite da centinaia di isolette con sabbia bianca e palme da cocco. Sono territorio dei Kuna, popolazioni locali che vivono con poco in capanne sulla spiaggia. Sono cordiali e partecipano alla vita dei velisti. Ogni giorno si avvicinano alle barche con la speranza di vendere molas (prodotti artigianali tipici) oppure pesce, aragoste in particolare.
E’ il viaggio della fiducia e di tanti segni positivi, di un colibrì che viene a salutarmi.
2014
giro del mondo in barca a vela: POLINESIA FRANCESE – ISOLE DELLA SOCIETA’
Mi guardo intorno e non mi rendo conto.
Ancora oggi quando riguardo le fotografie di quei momenti, mi stupisco di tanta bellezza.
Sono davvero in Polinesia?
Con Gabriele di 8 mesi decidiamo di rimanere alle Isole della Società e vederle, viverle con calma. Da Bora Bora – dove la famiglia si riunisce dopo 2 mesi e mezzo! – visitiamo Huahine, Tahiti, Moorea e Raiatea.
Sono una più bella dell’altra, una più diversa dall’altra. Ognuna con la proprie caratteristiche.
Bora Bora ha un mare meraviglioso ma forse è la più turistica.
Huahine è un gioiello per il verde, l’autenticità e gli artisti che realizzano parei disegnati a mano.
Tahiti è l’approdo, il punto di arrivo e partenza. Papeete, la sua capitale, è una città con negozi e traffico ma è anche il luogo che racchiude gli aspetti di tutte le altre isole. Non si può perdere!
Moorea elegante, silenziosa, profumata. Qui abbiamo visto squali, mante, pesci di ogni genere ma anche fiori di ibiscus dai mille colori e frutta dolcissima con la quale fanno frullati di frutta espressi che da soli valgono un viaggio.
Raiatea e la vicina Tah’aa. Il giardino dei coralli di Tah’aa è imperdibile. Come pure le camminate su spiagge di sabbia soffice, su piccoli atolli qua e là. A Raiatea abbiamo lasciato la barca in un cantiere per tornare in Italia e riprendere i nostri rispettivi lavori.
Abbiamo vissuto in barca 2 mesi. Il tempo per insegnare a Gabriele a gattonare, alzarsi in piedi, assaggiare tutta la frutta possibile e immaginabile, immergersi in un mare incontaminato. L’esplorazione ci ha portati in campi di coltivazione di vaniglia, come alla scoperta della famosa perla nera. Ci ha mostrato il volto gioioso e sorridente dei polinesiani. Ci ha avvicinati alla musica e ai balli tradizionali. Non sono mancati imprevisti … le zanzare, le piogge di agosto, internet spesso difficoltoso e i telefoni che non prendono (ci si deve perdere nella bellezza! 🙂 ), un dente del giudizio estratto in 5 minuti … ma questo è il viaggio e tutto ciò che accade avvicina l’esperienza di viaggio in viaggio verso la vita stessa.
2015
giro del mondo in barca a vela: POLINESIA FRANCESE – ISOLE TUAMOTU
Ritorniamo con un anno di distanza. Le Tuamotu sono quelle dei poster attaccati alle pareti. Solo spiaggia bianca e palme di noci da cocco. Niente altro. E’ un viaggio un po’ più complesso sotto tanti punti di vista. Ho appena preso la patente nautica (alla prima sessione orale e pratica. Olè! autostima alle stelle) quindi riesco a mantenere il controllo sul mal di mare che però comunque mi si innesca gli ultimi 10 giorni … ho finito le scorte di cibo senza glutine e alle Tuamotu si trovano poche, pochissime cose (peraltro in scatola). La nave con frutta e verdura freschi arriva ogni 2-3 settimane … i locali vivono di pescato, ma diversamente dalle isole della società, non viene venduto con la stessa facilità. Con le noci di cocco preparano tante cose. Hanno galline e maiali nei giardini, soprattutto per il loro sostentamento.
Al di là delle difficoltà, che trasformano il viaggio in esperienza, le Tuamotu sono di una bellezza assoluta. Straordinarie. Autentiche e mai troppo affollate. La popolazione è gentile e si rende utile come può. A tratti commovente. Alcuni incontri sono stati talmente speciali da riempire l’anima di gioia al solo ricordo. Se mi chiedessi di descrivere le Tuamotu con una sola parola ti direi, selvagge. La natura è selvaggia.
Alle Tuamotu abbiamo navigato a Fakarava, Rangiroa, Ahè (dove visse il grande Moitessier) e Toau. Da lì abbiamo ripreso la navigazione fino alle isole della Società, per lasciare il secondo anno, la barca a Raiatea.
Di nuovo Papeete, con Gabriele di 1 anno e 10 mesi, che non sta più nel marsupio ma sul passeggino. Nel suo vocabolario ci sono anche queste parole: ukulele, papeete, squalo e io sono contenta delle esperienze che sta facendo.
2016
giro del mondo in barca a vela: POLINESIA – COOK – SAMOA – TONGA – NUOVA ZELANDA
Giovanni naviga in solitaria da Raiatea – Suvarrow (delle Cook luogo cult per gli amanti di Moitessier) – Tonga dove ci incontriamo. Il viaggio da Roma di Gabriele e mamma è un’avventura, ma ritrovarci – come sempre – è una grande emozione.
A Nuku’Alofa – capitale delle Tonga – non è ancora estate e fa freddo!
Ci muoviamo verso nord così da cominciare il giro delle Tonga. Da nord – dove si trovano le Vava’u (bellissime) – verso sud passando per le Ha’apai e tornare a Tongatapu.
Abbiamo navigato per le Tonga 1 mese e mezzo. Sono molto diverse dalla Polinesia Francese, altrettanto belle ma particolari. Abbiamo nuotato con le balene ed è un’esperienza che vale il viaggio, così come i canti alla messa della domenica.
A Tongatapu abbiamo aspettato la giusta finestra meteo per partire per la Nuova Zelanda. Circa 10 giorni di navigazione non facile.
E poi Nuova Zelanda!!!
Uno spettacolo. Da vedere almeno una volta nella vita. Bay of Islands, tutta l’isola del nord per un altro mese e mezzo. Poi Whangarei in cantiere.
Il primo impatto venendo dalle Tonga?
L’abbondanza. Vedere gli scaffali dei supermercati pieni di tutto … e soprattutto tantissima scelta senza glutine. Vai, si ricomincia a mangiare 🙂
2017
giro del mondo in barca a vela: NUOVA ZELANDA
La piccola Papayaga ha 43 anni … ha bisogno di lavori importanti in previsione della traversata dell’oceano Indiano. Già che ci siamo … si ricomincia da capo!
Giovanni ha lavorato personalmente alla barca per 5 lunghe settimane.
Il prima e il dopo.
Siamo (quasi) pronti per le prossime avventure.
Quali saranno?
Il viaggio continua verso ovest. Dalla Nuova Zelanda visiteremo le Fiji, le Vanuatu e la Nuova Caledonia. Poi l’Australia prima di entrare in oceano Indiano … ma essendo il nostro un giro del mondo a tappe – in equilibrio con la nostra vita di Roma – non voglio svelare troppo presto itinerari o tappe ancora da confermare.
Sarà bello.
Certamente faticoso, ma pieno. Sarà un momento di condivisione totale, di famiglia, di amore, di scoperta del mondo.
Ci mancano ancora molte miglia per completare il nostro giro del mondo in barca a vela e tornare in Italia … ma sappiamo dove vogliamo andare ed è già un grande sostegno. 🙂
ps. Questa barca, questo giro del mondo è un’idea nata e cresciuta con Giovanni – è il suo sogno da bambino che sta realizzando modellandolo giorno dopo giorno. E’ la sua storia. Ora abbraccia anche noi come famiglia, il nostro sogno di vivere insieme e camminare, navigare insieme. Come sempre accade, una storia è sempre l’insieme di tante storie.
La prima parte della storia di Papayaga – dalla partenza da Ponza nel 2005 all’arrivo in Polinesia nel 2014 – si trova ora in un libro. Eccolo.
IL SOGNO SOSTENIBILE – DA PONZA ALLA POLINESIA