Il sevusevu alle Fiji riguarda un’antica tradizione figiana. Ancora oggi è praticata nelle isole non toccate dal turismo ed è un’esperienza davvero particolare.
Anche gli ospiti in un resort possono essere chiamati a partecipare a un sevusevu, ma più che una cerimonia, servirà per mostrare (e non condividere) qualcosa della loro tradizione.
Ma cosa è il sevusevu?
Il sevusevu alle Fiji: di che si tratta?
Alle Fiji ogni villaggio ha un suo Chief, ossia un capo. È lui che autorizza l’ingresso al villaggio ai visitatori di passaggio.
Facciamo un esempio: arrivi su un’isola con la barca a vela, getti l’ancora, ti tuffi in acqua e cominci a esplorare il paesaggio. È quanto accade di solito. Fai snorkeling, peschi un bel pesce da grigliare, scendi a terra … ecco, alle Fiji non si può fare.
Per farlo, hai bisogno di un permesso da richiedere al capo villaggio in persona. A lui porterai in regalo un mazzo di kava comprato in città prima di esserti messo in viaggio.
Il sevusevu si fa dal lunedì al sabato. A noi è capitato di arrivare di domenica e ci hanno chiesto di tornare il lunedì mattina, pregandoci di rispettare la loro tradizione e aspettare di fare il sevusevu per tuffarci in acqua 🙂
Un’altra volta, sempre di domenica, ce lo hanno fatto fare ma in versione ridotta.
Il sevusevu alle Fiji: come si svolge
È una cerimonia e in quanto tale richiede una certa enfasi e dei requisiti.
Entrando nel villaggio qualcuno ti verrà incontro. Dovrai chiedere del Turaga ni Koro (si dice Too-ranga nee koro), è il portavoce del capo villaggio e sarà lui a fare da interprete per tutta la durata della visita.
Sarà lui a presentarsi all’ingresso della casa del capo annunciando la presenza di visitatori. Una volta ottenuto l’ok a entrare, e dopo essersi tolti le scarpe (!), ti indicherà il punto esatto dove sederti.
Di solito sono case senza mobilio, solo tappeti a terra realizzati a mano dalle donne del villaggio. Gli uomini dovranno sedersi con le gambe incrociate mentre le donne con le gambe raccolte da un lato facendo attenzione a non scoprire le ginocchia.
Il Chief sarà già seduto a terra in attesa dei nuovi ospiti. Entrando gli avrai posato davanti agli occhi, in terra, il mazzo di kava. Lui deve poter esser libero di decidere se accettare o meno. Per questa ragione non si consegna mai il mazzo di kava direttamente nelle mani.
Il Chief batte allora le mani per 3 volte.
Questo passaggio si chiama Cobo e vuol dire che il capo villaggio sta per iniziare il suo discorso di benvenuto. Prende il mazzo di kava e pronuncia le parole di rito in lingua figiana. E’ anche la parte più formale per la quale viene richiesta attenzione. Fare video o foto durante questa fase può essere scortese a meno che non ti sia stato detto il contrario.
Al termine del discorso batterà nuovamente le mani per 3 volte e tu sarai libero di girare per il villaggio. Non solo, e questa è la parte più emozionante, sarai parte della famiglia.
A volte ti chiedono di firmare un registro presenza, a volte ti chiedono una tassa da pagare per far fronte alle spese del villaggio … ad ogni modo, conclusa la cerimonia, sei uno di loro.
A Fulaga, perla indiscussa del Pacifico, siamo stati affidati a una Host Family che si è presa cura di noi per una intera settimana. Ci ha accolti in casa e offerto da mangiare. Un’esperienza davvero commovente che ho raccontato in un post.
A volte la cerimonia del sevusevu è seguita da un’altra cerimonia, quella della kava. Oggi giorno questa pratica sta lentamente mutando perché le persone, capo villaggio compreso, lavorano di giorno riservando alle serate il momento di condivisione della kava.
Norme di comportamento per visitare i villaggi
Quando facciamo entrare qualcuno in casa nostra, chiediamo al nostro ospite di adeguarsi alle regole della casa. Allo stesso modo, quando si chiede il permesso di entrare in un villaggio ci sono delle regole di comportamento da rispettare.
Forse l’arrivo dei turisti sta rendendo questa regola meno rigida, eppure rispettarla non sembra essere così impossibile.
Ciò che viene richiesto è coprirsi, un po’ come quando si entra in chiesa o in una moschea e ti viene richiesto un abbigliamento discreto.
Cosa vuol dire?
Donne e uomini devono avere le gambe coperte con parei, detti sulu, che coprono le ginocchia fino alle caviglie. Le donne devono coprire anche le spalle. Cappelli e occhiali da sole dovrebbero essere riposti nella borsa, non tra i capelli come facciamo di solito. La testa, nei villaggi delle Fiji, è ancora considerata sacra.
Cè una storia curiosa al riguardo, un missionario che si permise di toccare la testa di un capo villaggio … e fece una brutta fine. Ma questa è un’altra storia che racconterò presto!