Raccontare storie è un’arte, da sempre, per tutti.
Tra le scoperte fatte alle Vanuatu ce n’è una davvero interessante. Gran parte della cultura polinesiana e melanesiana si fonda su tradizioni orali tramandate di padre in figlio, maestro allievo.
Il particolare modo di tramandare storie alle Vanuatu rimanda a un insieme di parola e scrittura. Il cosiddetto Sandroing, oggi riconosciuto Patrimomio dell’Unesco.
Ma cosa è il Sandroing?
Il termine Sandroing richiama al Sand Drawings, il disegno su sabbia, eppure chiamarlo semplice disegno è riduttivo. Il Sandroing è molto di più.
È l’antico modo di raccontare storie.
Con il dito sulla sabbia si disegnano forme geometriche senza mai staccare la mano da terra. Attraverso queste rappresentazioni accompagnate da una storia detta ad alta voce, si compie una specie di rituale. I Ni-vatu, gli abitanti delle Vanuatu, hanno una stessa parola in Bislama per identificare l’insieme di raffigurazioni che hanno senso al di là del segno, come può essere per i tatuaggi o le statue intarsiate nei tronchi di albero.
Il sandroing si legge al Museo delle Vanuatu di Port Vila serve per “lasciare messaggi, spiegare concetti e insegnare ai bambini”. Ancora oggi è possibile assistere a una dimostrazione di questa particolare arte di raccontare storie grazie a Edgar, la guida ufficiale e super disponibile del Museo.
“Attraverso il sandroing possiamo raccontare storie della famiglia, capire come sono nate le Vanuatu che vuol dire terra, roccia. Possiamo ricordare storie del passato come quella del Blackbirding. Non solo. In alcuni casi è davvero una manifestazione sacra, una specie di password per aprire le porte tra le vite, per ricordare i defunti e far sì che il loro spirito torni da noi”.
Il 7 novembre 2003, l’Unesco ha dichiarato il sandroing, l’antica arte di raccontare storie, patrimonio dell’Umanità con la speranza anche di incoraggiare le giovani e future generazioni a proseguire la tradizione.