Levuka è stata la capitale delle Fiji dal 1874 al 1882.
Oggi è un piccolo porto frequentato per lo più da marinai di passaggio. Anche noi siamo andati mossi dalla curiosità di vedere cosa rimane di una antica capitale, alla ricerca di luoghi e indizi che possano riportarci indietro nel tempo.
In fondo non è forse questo il viaggiare?
La sua fama oggi è legata alla Pafco, la grande fabbrica di tonno sott’olio e il forte odore di pesce pervade un po’ tutta la città. Levuka si mostra oggi nella sua decadenza, ma lascia intendere un passato florido di grande splendore.
Nel 2013 l’Unesco ha inserito Levuka tra i World Heritage Site.
Levuka capitale delle Fiji
Levuka divenne capitale nel 1874 quando le Fiji diventarono colonia inglese. In questo luogo infatti venne firmato lo storico atto con cui i rappresentanti delle varie comunità delle Fiji (erano ancora villaggi spesso rivali tra loro) cedevano le Fiji alla Regina Vittoria. In realtà i figiani non ebbero scelta e dovettero cedere alle insistenze dei consoli inglesi dopo il fallito tentativo di fare un unico governo per opera di un capo figiano, Chief Cakobau (1871).
Oggi c’è ancora il sito dove avvenne la Cessione, The Deed of Cession, con tanto di pietra commemorativa e alzabandiera. Non distante da lì c’è la Residenza del Governatore, Nasova House, dove il Principe Carlo soggiornò nei giorni in cui le Fiji firmarono per l’Indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1970. Fa uno strano effetto sapersi dall’altra parte del mondo e leggere che tutto questo è appartenuto all’Inghilterra fino a qualche decennio fa.
Porto di mare e luogo di perdizione
Levuka si trovava in una posizione strategica e per questo le navi che commerciavano la copra e il legno di sandalo cominciarono a fermarsi qui per fare provviste. Intorno al 1830 molti europei cominciarono anche a stabilircisi formando famiglie con le donne locali, con grande invidia dei figiani conservatori e gelosi delle proprie donne. I rapporti quindi tra europei e figiani furono sempre piuttosto tesi, anche se gli europei erano sotto la protezione del capo locale. Nel frattempo Levuka era sempre più luogo di ritrovo per mercanti, marinai e malfattori che cercavano un nascondiglio. Si dice che le navi trovassero la strada per il porto grazie alla scia sull’acqua delle bottiglie di gin. Levuka era di fatto un luogo di perdizione. Sembra che intorno al 1870 ci vivessero circa 3000 europei! Ecco perché poi la scelsero come Capitale.
Architettura coloniale
Levuka ebbe un notevole sviluppo e molte delle strutture oggi sono ancora intatte. A Levuka nacque nel 1868 il primo supermercato delle Fiji, il MH dai fondatori Morris e Hedstrom, catena che oggi si trova un po’ ovunque. Del 1874 è la prima stazione della Polizia, del 1879 la prima scuola pubblica. Camminare oggi per le strade di Levuka vuol dire tornare indietro nel tempo.
L’architettura infatti è rimasta fedele alle origini, come pure le insegne dei negozi che ricordano i Saloon del Far West. L’antico è ovunque e si percepisce la storia che si è consumata per quelle strade. C’è ad esempio il Royal Hotel, primo hotel di tutto il Sud Pacifico. Costruito nel 1860, e ricostruito nei primi anni del Novecento in seguito a un incendio, merita una visita. Alle pareti sono appesi regali che la regina di Tonga portò quando soggiornò nell’hotel. Oggi sembra poco frequentato e la scarsa elasticità di chi lo dirige lo rende un luogo un po’ angusto. Abbiamo aspettato tantissimo prima di incontrare qualcuno che ci venisse incontro (per farci poi dire che la cucina aveva chiuso in quel preciso momento). Certamente non sarebbe il luogo di villeggiatura ideale, se non mossi da una sincera curiosità di ricostruire sul luogo parte della sua storia.
Il sistema postale con i piccioni viaggiatori
Levuka merita tuttavia una visita per una sola ragione. I piccioni viaggiatori!
E io che pensavo fosse in qualche modo leggenda. Invece no, alle Fiji c’era il Pigeon Post, il sistema postale con i piccioni viaggiatori. Ma la cosa che maggiormente colpisce di Levuka è il pilone, luogo di partenza e di arrivo dei piccioni, ormai mimetizzato con muri moderni. Prima ancora della nascita della Fiji Post erano i piccioni a portare i dispacci fino a Suva. I piccioni designati impiegavano circa 30 minuti tra Levuka e Suva. Velocissimi e affidabili.
Io mi sono entusiasmata e con me il piccolo Gabriele, che avrebbe tanto voluto vederli all’opera. Con quale delusione ha dovuto accettare il fatto che tutti quei piccioni che ci volavano vicino erano solo i nipoti dei veri piccioni viaggiatori! Avrebbe voluto sperimentare l’ebrezza di mettere un biglietto sul collo del piccione … e vederlo partire. Ma chi non lo avrebbe voluto?
Levuka Museum e il Circo Barnum
Tra le piacevoli scoperte di questo posto che abbiamo visto con pioggia un giorno e con un caldo feroce un altro, c’è un piccolissimo museo. Si trova dentro la Biblioteca della città dove io e Gabriele abbiamo trovato rifugio dal caldo atroce e abbiamo letto libri in compagnia di un simpatico gigantesco scarafaggio. Il museo occupa solo una piccola parte della stanza. Ci sono poche, ma interessanti testimonianze di un passato che deve essere stato degno dei migliori racconti di pirati.
Ci sono fotografie che rendono reali storie lette solo nella guida, c’è la prima macchina a stampa del giornale … ci sono articoli di giornale che testimoniano un naufragio. Anche se piccolo, è un museo ricco che rende l’idea di un passato interessante.
La cosa incredibile è che ho potuto verificare sul posto la storia dei due uomini venduti al Circo Barnum! Una foto ritrae due uomini grandi, abitanti del villaggio Lovoni e una specie di prete-guaritore-visionario, forse solo uno stregone.
La storia risale all’epoca delle lotte tra villaggi per la supremazia della terra. Il potente Chief Cakobau pensava e sperava di diventare il capo di tutte le Fiji, ma gli abitanti di Lovoni, il villaggio sopra Levuka, non gli riconoscevano l’autorità così che tra loro regnava odio. Non trovavamo mai un accordo di pace. Un giorno il Chief Cakobau inviò loro un missionario metodista, mentre gli abitanti di Lovoni si affidarono a un prete che oggi definiremmo un saggio o stregone visionario. Quando il presunto prete vide il missionario ne riconobbe le buone intenzioni, così che gli abitanti di Lovoni lo accolsero in pace. Il missionario lesse dei passi della Bibbia e in particolare, leggendo il passaggio delle pecore smarrite, li invitò a Levuka per cenare con Chief Cakobau.
Quando gli abitanti di Lovoni si recarono in pace da Chief Cakobau e rilassati iniziarono la cena, furono sorpresi alle spalle e catturati dagli uomini di Cakobau. La cosa più brutta è che furono venduti come schiavi per 2 dollari a testa al Circo Barnum & Bailey negli USA. Era il 29 giugno 1871.
Chief Cakobau cercava di eliminare gli attriti tra villaggi per creare un unico governo figiano … non gli riuscì e dal fallimento della sua impresa dovette cedere la sovranità delle Fiji alla corona inglese.
Non è affascinante tutto il racconto?
Secondo me affascinante è trovarmi al Museo e scoprire queste storie guardando le fotografie, leggendo le didascalie, chiedendo informazioni a chi è di turno al museo. Scoprire le cose sul posto è la parte per me più entusiasmante del viaggio. 🙂