Il bello del viaggio, lo dico sempre, è la possibilità di incontrare altre persone con cui scopri di avere interessi e finalità comuni. Questo è quello che è capitato con Giorgio e Michele, due nomadi digitali quarantenni che ho conosciuto in occasione di una intervista che loro hanno fatto a me e che trovate qui.
Giorgio e Michele vivono in paesi diversi, ma condividono un business che gli permette di lavorare con computer e una rete wifi da ogni parte del mondo. Poiché i progetti che nascono dal desiderio di creare un impatto positivo con un occhio all’ambiente, sono quelli che interessano a 7cc9, vale la pena farlo conoscere.
Il loro progetto si chiama Easy Travel Hosting, ma andiamo a conoscerli.
– Giorgio e Michele, siete viaggiatori e nomadi digitali. Lavorare viaggiando è il sogno di tanti. Immagino ci sia stato un prima e un dopo rispetto alla decisione di partire. Cosa facevate prima?
Easy Travel Hosting è la creazione di Giorgio e Michele. Le nostre storie sono abbastanza differenti. Io (Giorgio) ho lavorato per tanti anni in un magazzino farmaceutico, come manager. Michele, che è il tecnico della compagnia, ha sempre lavorato come programmatore affiancandolo a tante altre attività. Ci siamo conosciuti quando mi sono trasferito a Londra. Da allora abbiamo sempre avuto tante idee per metterci a lavorare in proprio ma alla fine non concretizzavamo mai. Michele aveva una piccola ditta di hosting, ed io nel frattempo avevo studiato web design e marketing. Visto che entrambi siamo viaggiatori e visto che si tornava sempre a parlare di quanto fosse inquinato il mondo, abbiamo pensato di unire tutte queste cose e crearci un lavoro. Da questo è nato Easy Travel Hosting, hosting ecologico per siti web creato su misura per viaggiatori.
– Quale è secondo voi il maggior vantaggio di essere nomadi digitali?
La risposta più semplice è che si può gestire il proprio tempo e le proprie risorse in autonomia, lavorando di fronte al mare dei Caraibi o in una casetta di legno in Vietnam. Ma secondo me c’è qualcosa di più profondo che questo tipo di vita mi ha insegnato. Senza voler essere pomposo, la metterei in chiave Zen: viaggiare e trovarmi a lavorare in posti desueti mi ha insegnato a fare a meno del superfluo. Non tutto il superfluo chiaramente, a quel punto non ci sono ancora arrivato e non credo ci arriverò. Ho imparato a fare a meno di tante comodità che in realtà sono solo una schiavitù.
– Il lavorare viaggiando è visto, di solito, come un essere sempre in vacanza. Confermi?
Tanti pensano che viaggiare full time sia una pacchia. In realtà è un adattarsi costantemente. Significa dormire in stanze sporche su letti scomodissimi, essere svegliati dagli operai alle 5 del mattino di domenica, stare 8 ore su un autobus sovraffollato, lavorare 7 giorni su 7. Non mi sto lamentando di questo, assolutamente, ma è giusto precisare alcune cose! Queste esperienze mi hanno insegnato a godermi ogni singolo momento del mio viaggio. A ridere delle disavventure, ad arrangiarmi in caso di bisogno, ad essere sempre sull’attenti. Non sento più il bisogno di avere certi comfort, che ormai trovo quasi incomprensibili. Viaggio con un budget giornaliero, quindi ogni acquisto è sempre ponderato e meditato. Si inizia a riflettere sul singolo Euro speso, e questo cambia la prospettiva delle cose. Sono davvero grato che questa scelta di vita mi abbia aperto nuove prospettive.
– Come scegliete le vostre mete?