Ho scoperto di essere celiaca a 28 anni. La mia è stata una diagnosi tardiva con molte vicissitudini. Così, dopo anni di malessere, ho potuto dare un nome al male. Non solo, la diagnosi mi ha permesso di conoscere la celiachia come mia nuova, fedele compagna di viaggio.
Ecco, la difficoltà iniziale non è stata tanto la nuova organizzazione in casa quanto l’organizzazione fuori casa… il terrore della contaminazione, il dovermi portare dietro pentole e cibo, il dover raccontare ogni volta la mia storia dall’inizio. Eppure se c’è una cosa che non mi ha spaventata è stata la questione viaggi.
Viaggiare con la celiachia è possibile.
L’aver scoperto di essere celiaca da adulta non mi ha scoraggiato, anzi. Si è trattato piuttosto di inserire, adattare e integrare questa nuova esigenza al viaggio. Di solito parto con le scorte. Ho una specie di kit di sopravvivenza a seconda del tipo di viaggio, della durata e sì, anche della destinazione. Ormai so bene che per andare a Londra (o in Inghilterra in generale) non ho bisogno di niente. Lì trovo tutto ciò di cui ho bisogno anzi, lascio anche un po’ di spazio in valigia per riportare a Roma pane e biscotti che in Italia non riesco a trovare così buoni.
Ma che succede se il viaggio prevede mete lontane, magari in luoghi isolati oppure in barca a vela? Si potrebbe rispondere basta non fare viaggi di questo genere e invece NO. Perché viaggiare con la celiachia deve poter essere accessibile sempre e in qualsiasi parte del mondo.
Bisogna riuscire a organizzarsi al meglio.
Ecco quindi come io mi comporto.
– Valuto innanzitutto la destinazione e dalle informazioni che trovo su internet cerco di farmi un’idea di ciò che troverò.
– Cerco di rispondere a delle domande semplici: che tipo di alimentazione troverò sul posto? quali sono i prodotti locali? la celiachia è un fenomeno diffuso e conosciuto?
– Valuto attentamente le risposte … e solo dopo passo alla valigia.
Se si tratta di un week end in capitale europea –
Porto solo qualcosa per il viaggio (volo, treno o macchina che sia) e di emergenza, con la certezza che troverò tutto ciò di cui ho bisogno all’arrivo.
Viaggiare con la celiachia nelle capitali europee non impone il cosiddetto kit di sopravvivenza, ma solo la solita prudenza del mangiare fuori casa.
Se si tratta di mare/montagna –
Già il discorso cambia perché è necessario verificare prima della partenza ciò che troverò all’arrivo. Partire per le Eolie equivale ad andare dall’altra parte del mondo perché so che al piccolo supermercato troverò solo alcune cose (forse) adatte ad una alimentazione senza glutine. Quindi sapendo di trovare frutta per la colazione e verdura, porterò per sicurezza solo 1 pacco di pasta, 1 kg di farina e 500 gr di pangrattato. Se in compagnia porterò anche 1 busta di preparato per fare un dolce oppure, a seconda del numero di giorni, dei biscotti per non avere il piatto vuoto quando tutti gli altri mangiano dolci. 🙂
Se la destinazione è dall’altra parte del mondo, in barca a vela e il numero dei giorni supera i 10/15, on the road –
(…come è stato negli ultimi tre anni) allora devo organizzare un vero e proprio kit di sopravvivenza perché le speranze di trovare cibo idoneo a un celiaco sono scarse.
Questo elenco è valido per me e ormai è collaudato. Tu potrai sostituire i prodotti in base al tuo gusto e alle preferenze di genere. La difficoltà di un conteggio di questo tipo è riuscire a pensare le giuste quantità che ti garantiscano un’alimentazione varia per circa un mese.
KIT DI SOPRAVVIVENZA GLUTEN FREE PER 1 MESE IN BARCA A VELA
Bagaglio a mano – volo intercontinentale
- biscotti o snack (che non amo particolarmente), ma in questo caso possono essere necessari.
Bagaglio in stiva – per vivere in barca
- Pasta (1 pacco di pasta corta che preferisco, e 4 pacchi di spaghetti ché occupano meno spazio)
- 1 kg di farina (mi serve per fare pane, crepes, gnocchi, carne infarinata)
- 1 pacchetto di farina di ceci o castagne (utile per fare pancakes per la colazione ma anche zuppe serali).
- 750 gr di polenta (da alternare a riso e pasta, e da usare come farina di mais)
- 500 gr di pangrattato (mi serve per fare timballi, supplì e polpette/polpettone)
- 2/3 scatole di preparati per dolci che in barca servono sempre (la voglia di dolci è sempre in agguato in barca, anche per una non golosa come me).
- Cereali e qualcosa per la colazione (da alternare alla frutta, che prima o poi finisce quando sei in mezzo al mare)
- qualche snack salato (in barca funzionano meglio delle gallette di riso o della cioccolata…)
Sì, a seconda dei casi, porto anche un pentolino piccolo, uno scolapasta e una cucchiarella di legno.
La cosa secondo me davvero fondamentale? La farina!
La farina è l’ingrediente principe perché puoi farci di tutto:
– aggiungi l’acqua e 1 uovo e fai fantastiche crepes per la colazione
– aggiungi 1 uovo, zucchero e latte e fai la crema come dolce
– lessi le patate, aggiungi la farina e fai gli gnocchi
– peschi un pesce e lo cuoci in padella con un po’ di farina … stessa cosa con il pollo (quando lo trovi).
Insomma tra tutte le cose la farina è un must, l’unico ingrediente che non deve MAI mancare nella valigia del celiaco.
Viaggiare con la celiachia può presentare delle difficoltà, non lo nascondo, può essere stancante e dispendioso, come può rappresentare un limite. Dover pensare a un bagaglio pieno di prodotti senza glutine implica il dover viaggiare “pesanti”. E’ ben detto, quando la celiachia “pesa” 🙂
… ma in fondo la celiachia è solo una compagna di viaggio un po’ esigente, che ha bisogno del suo spazio e delle sue attenzioni.
Che aspetti a raccontarmi la tua esperienza?
Riesci a viaggiare leggera o ti porti tutto dietro come faccio io?
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