Viaggiare negli anni Ottanta … che altro mondo.
Ero piccolissima quando ho cominciato a viaggiare con la mia famiglia.
Erano i primi anni Ottanta e in Italia si viaggiava poco. Le vacanze estive erano per lo più in Italia, al mare, in montagna o in campagna. Gli aerei erano un lusso e non esistevano compagnie low cost.
Ci si spostava in macchina.
Viaggiare negli anni Ottanta
I viaggi in macchina per l’Europa
Noi viaggiavamo in macchina.
Avevamo una 132 rosso arancio e in macchina eravamo in 6! Mamma papà, io e miei 3 fratelli.
Partivamo per 1 mese intero e poiché lo spazio era piccolo mettevamo un cassone di metallo sul tettino della macchina. Dentro c’era di tutto.
Com’era viaggiare negli anni Ottanta in macchina?
- Non esistevano seggiolini e noi 4 eravamo seduti sul sedile posteriore alternati (io avevo anche il mitico Ciccio Bello poi surclassato da un cuscino a forma di bambola chiamato Snoopy Suzy.
- Non esistevano tablet, telefoni … si giocava tutti insieme, si cantava e si parlava a turno.
- Ci si fermava a mangiare con i panini al formaggio, non ci si fermava agli Autogrill 🙂
- Non esisteva il GPS, tanto meno Google Maps … si viaggiava studiando bene gli itinerari su carta. Ogni macchina aveva il famoso stradario dell’Italia o dell’Europa.
- Si partiva di notte così che noi potessimo ancora dormire.
Papà ma quando arriviamo in Inghilterra? – chiedevo io a mio papà non appena mi svegliavo.
Erano anni di grande pazienza. Ci volevano 3 giorni di macchina per raggiungere la nostra meta, ma non ricordo insofferenza. Il viaggio era visto in prospettiva di opportunità. Un momento di condivisione famigliare, l’occasione per vivere tutti insieme un’esperienza fuori dall’ordinario.
Era un viaggio a tappe, per l’Italia, attraverso la Francia o la Germania, poi il traghetto per attraversare la Manica (ecco, non esisteva ancora il collegamento sotto la Manica!). L’arrivo in Inghilterra.
Era un modo intelligente di imparare la Geografia come la Storia, per abituarci all’Altro e al Diverso. Ogni notte in un albergo diverso.
Papà io voglio dormire ogni notte in un posto diverso! – dicevo dalla saggezza dei miei 3 anni.
Il viaggio si realizzava strada facendo. Non esisteva Booking, tanto meno c’era la possibilità di sbirciare le recensioni di Tripadvisor o Facebook.
Viaggiare negli anni Ottanta: l’organizzazione
Ma come si organizzava un viaggio negli anni Ottanta?
- Internet non esisteva. Si viaggiava documentandosi, si raccoglievano le brochures e i depliants. Si richiedevano all’Ufficio del Turismo. Si raccoglievano appunti.
- Le Mail non erano state ancora inventate. Si spedivano lettere per avere informazioni, si scrivevano Fax! Via Fax mio papà cercava e trovava la casa dove avremmo abitato per un mese. Si facevano i pagamenti in anticipo come caparra, cose che ora “sulla fiducia” non faremmo mai. Negli anni Ottanta c’era più correttezza. Oggi le truffe sono sempre dietro l’angolo.
- Whatsup era mistero. Si mandavano le cartoline o lettere e la comunicazione era romantica. L’attesa aveva senso e veniva sempre ricompensata.
Lo abbiamo fatto per diversi anni e ogni volta i miei genitori sceglievano una tappa diversa. Londra l’ho conosciuta da grande, noi andavano sempre nelle cittadine piccole, il cuore dell’Inghilterra.
I fratelli più grandi andavano regolarmente a scuola per imparare la lingua, io andavo a fare la spesa con papà ed era sempre un gran divertimento. Finivamo sempre al bancone degli assaggi. 😀
Non c’è niente da fare, questi viaggi per me sono stati determinanti. L’esperienza primaria, quella impressa nella pelle e nell’anima. La mia guida, la mia voce. C’è chi rimane legato alla casa al mare e chi – come me – rimane legato a una forma di esperienza. L’Inghilterra è la mia casa al mare, la mia seconda vera casa.
E ringrazierò sempre i miei genitori per avermi dato questa opportunità di viaggio.
Il caso ha voluto che stia facendo fare la stessa cosa a mio figlio… ed è la cosa che a mio avviso mi riesce meglio.